In questi mesi, assieme ad un gruppo di persone in costante allargamento, stiamo muovendo alcuni passi significativi nella costruzione di un progetto culturale che faccia perno sulla figura di mons. Pietro Biasatti (pre' Pieri), prete friulano al quale è legata la memoria di tanti in Friuli e non solo. Abbiamo cominciato a coinvolgere singole persone, gruppi e parrocchie, incrociando così i luoghi della sua attività pastorale: Pradamano, Mortegliano, Galleriano, Udine (San Giorgio), Tualis e Codroipo. Con pazienza abbiamo ripercorso i temi della sua attività pastorale e ricordato la sua energia culturale, spesa nella scrittura teatrale, nella poesia, nella musica.
Il progetto, che vuole rappresentare solo il primo passo nella costruzione di una memoria più
solida, settimana dopo settimana ha cominciato a prendere forma. Ora siamo ad un primo passaggio cruciale, testimoniato dagli incontri raccolti
in questo programma. Li offriamo a te, come occasione di riflessione, incontro e conoscenza di una figura ricca e preziosa come quella di pre' Pieri.
Gianna Bassi
Comitato "Amici di pre' Pieri"
mons. Ivan Bettuzzi
Parrocchia S. Maria Maggiore in Codroipo

Mons. Pietro Biasatti (1940-2011) |
Mons. Pietro Biasatti (per tutti quelli che lo hanno conosciuto, pre' Pieri)
è stato parroco di Codroipo dal 2005 al 2009. Un lasso di tempo tutto sommato breve, per un'esperienza
alla quale il sacerdote friulano era arrivato provato dalla malattia e dalle fatiche. Codroipo lo ha forse conosciuto poco in quei mesi, non riuscendo a percepirne fino in fondo l'intensità del tratto umano e pastorale, né lo spessore culturale. Lui, che codroipese lo era fino nel midollo.
Pietro Biasatti nasce infatti a Beano il 4 dicembre 1940. Orfano di padre, entra giovanissimo in Seminario a Udine e viene consacrato prete in questo duomo di Codroipo
nel 1964. Esercita il suo ministero pastorale prima come cappellano a Pradamano e a Mortegliano; poi come parroco a Galleriano (dal 1971 al 1980), per venticinque anni a San Giorgio Maggiore in borgo Grazzano a Udine,
a Tualis di Comeglians ed infine, appunto, a Codroipo.
Nel 2009 viene nominato canonico del Capitolo del Duomo di Udine.
E'̀ in Seminario, su sollecitazione di un altro futuro parroco di Codroipo, Remo Bigotto, che pre' Pieri incomincia
a scrivere: si tratta al tempo di brevi commediole per
il Carnevale e di alcune paraliturgie, ovvero copioni di carattere sacro in stile popolare. Un amore, quello per il teatro, che non lo abbandonerà mai.
A Pradamano, Mortegliano, Galleriano, San Giorgio in Udine e Tualis la sua attività è febbrile: anima compagnie teatrali, fonda e dirige cori, riunisce giovani e comunità, nella convinzione che la vita cristiana vada intesa come partecipazione attiva di cittadinanza nella consapevolezza di un'identità storica e culturale.
Nel complesso clima del post-concilio, nel 1969, pre' Pieri è tra i fondatori, assieme a don Rinaldo Fabris e a don Dino Pezzetta, allora insegnanti in Seminario, del foglio intitolato "Proposta", organo di dialogo tra i sacerdoti della diocesi udinese, che ha contribuito – non senza difficoltà e censure – a diffondere in Friuli le novità teologiche e pastorali introdotte dal Vaticano II. Incrociando e rappresentando con le sue povere pagine ciclostilate il fermento che allora animava una buona parte del clero e del laicato cattolico.
In quegli anni, con il suo gruppo redazionale di giovani sacerdoti, "Proposta" prende posizioni forti sul tema del celibato ecclesiastico, del ruolo dei movimenti ecclesiali, delle strutture amministrative della diocesi udinese e sui temi della formazione seminaristica e del collateralismo tra Chiesa e Democrazia Cristiana.
Di quegli anni sono anche le collaborazioni con varie testate giornalistiche di livello nazionale e locale e con riviste di dibattito culturale: "L'Avvenire d'Italia",
"La Rocca", "La vita cattolica" e successivamente "Lettere friulane".
Anche di quest'ultimo foglio di "corrispondenza ecclesiale e culturale" don Pietro Biasatti è membro della redazione, inizialmente assieme a don Nicolino Borgo, don Pierluigi Di Piazza e don Gilberto Pressacco. A scorrere gli articoli che pre' Pieri firma si rimane piacevolmente stupiti per
il carattere di forte novità dei temi proposti al dialogo, per la profonda capacità di analisi della realtà friulana e per lo stile ironico che ne caratterizza la comunicazione. Scrive – in maniera mai convenzionale – di etica sessuale e corsi per fidanzati, di parrocchia e comitati di paese, di insegnamento della religione nelle scuole statali, affronta la spinosa questione del rapporto tra la chiesa udinese
e l'allora "Movimento Friuli", recensisce film, pubblica poesie in friulano sotto lo pseudonimo di "Pieri Santon".
E molto altro ancora.
Nel 1975, con il vescovo Battisti giunto in Friuli appena due anni prima a chiudere l'era-Zaffonato, si svolge la prima assemblea diocesana del Clero: in quell'occasione memorabile don Biasatti è incaricato di redigere assieme a pre' Checo Placereani il documento finale (nel quale tra l'altro si ribadisce il tema dell'identità della nazione friulana). Poi viene il terremoto, che blocca tante istanze di rinnovamento in atto anche in ambito ecclesiale, per favorire le ovvie necessità della ricostruzione materiale e morale del Friuli. È il tempo della normalizzazione, per la diocesi di Udine ma non solo.
Nel 1980 pre' Pieri viene incaricato di presiedere all'importante parrocchia urbana di San Giorgio Maggiore in borgo Grazzano, dove tra l'altro dirige il coro ed il gruppo dei bambini, ma dove soprattutto realizza una notevole mole di opere: rimette in sesto il teatro, la canonica, la chiesa, il campanile e l'oratorio.
Accanto all'impegno pastorale continua svilupparsi quello in ambito culturale. La sua attività di scrittore, infatti, in lingua friulana e italiana, viene man mano crescendo nel corso degli anni ed è concentrata soprattutto nella stagione che si colloca successivamente al terremoto, periodo nel quale molti importanti scrittori di casa nostra, da Bartolini a Giacomini a Sgorlon riscoprono il friulano come lingua della poesia e della prosa.
I testi teatrali, in particolare, sono numerosissimi e più volte premiati.
Nei suoi scritti sono sempre ravvisabili
una forte impronta biblica ed un continuo tentativo di mediare la Parola in chiave popolare, illustrando nei
suoi personaggi, soprattutto in quelli storici, la perenne tensione tra la spinta dell'essere, del volere e quella del dover essere. Dio, negli scritti di pre' Pieri, è il soggetto sempre presente, colui che guida gli uomini nel divenire della storia. E non li lascia mai soli, nemmeno nella disperazione delle ore buie.
Si potrebbe, infine, affermare che il messaggio centrale dell'opera di scrittura e di interpretazione storica
di Biasatti, risieda in una lunga, sofferta e profonda meditazione del mistero dell'Incarnazione. È il lavoro umile e prezioso di un uomo e di un sacerdote da sempre legato alla sua terra e attento a far rivere in ogni istante la quotidianità dell'Annuncio della Salvezza.
Mons. Pietro Biasatti è mancato il 14 ottobre 2011.
È sepolto nel cimitero della sua Beano.
Luca De Clara
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